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lunedì 8 giugno 2015

L'ombra delle colline



Giovanni Arpino era un versatile scrittore e giornalista torinese, morto nel 1987 a soli 60 anni; con “L’ombra delle colline” si aggiudicò, nel 1964, il Premio Strega. E’ la storia di un viaggio in macchina, da Roma al Piemonte, di una irrequieta coppia borghese, Stefano e Lu. I due, dopo aver vissuto un lungo periodo confusi l’uno nell’altro, dopo “aver  consumato tutta la carica che un amore può dare”, si ritrovano quasi intimiditi e svuotati, “impegnati in silenzio a reggere la spoglia di ciò che fu comune”. Essi conoscono molto bene le loro reciproche abitudini e sono attenti a proteggerle e rispettarle vicendevolmente, in una sorta di tacita tolleranza e solidarietà. Sono, però, soltanto rapporti di amicizia e di umana confidenza: nient’altro. Stefano, per quanto si sforzi, non riesce più a decifrare la sua esistenza che “prosegue rotolando come una frana di pietre”. Ed ecco allora l’idea del viaggio verso il luogo della sua infanzia e della sua giovinezza, il ritorno al paese che gli ha dato i natali, dove manca da tantissimi anni; un viaggio nato dal rigurgito di nostalgie mai sopite, che come una sorta di “fantasma benevolo” albergava nel suo animo ed a cui intendeva affidarsi. Un percorso a ritroso nei ricordi che dovrebbe aiutarlo a far ordine nella sua vita, a sbrogliare la matassa delle sue difficoltà, a ritrovare quelle antiche energie vitali in cui aveva sempre riposto fiducia. Anche se non appare del tutto convinto che rovistare nella sua memoria, dove “si agitano lembi di un’esistenza che ancora attendono di essere legati insieme”, possa costituire un valido aiuto alla sua crisi esistenziale e di coppia, possa ridare serenità al suo vivere quotidiano. Allora cerca di darsi forza, di riuscire a sciogliere quei nodi di pentimento e di inimicizia verso se stesso, tenuti sepolti nel suo animo e che dal profondo insediano ogni suo umore, facendolo sbandare e invalidando ogni suo buon proposito.

E da quella "catasta di ricordi", di cui è un po’ spaventato, affiorano di volta in volta persone ed eventi che più hanno influenzato la sua vita. Tra tutti, spicca la figura del vecchio padre – il colonnello Giacomo Illuminati – un dispotico, solitario, burbero militare che vive arroccato nella vecchia casa piemontese, ormai assediata da una campagna incolta, ingabbiato nelle sue rigide abitudini quotidiane di stampo militare che nel corso degli anni si sono sempre di più dilatate: la colazione mattutina, il barbiere, la lettura del giornale, il sonnellino pomeridiano, l’ascolto di canzonette napoletane alla radio, la lettura di qualche vecchio trattato d’arte militare, le abluzioni serali…Assecondato dalla fedele Caterina che subisce in silenzio, con antica pazienza, i suoi sbalzi d’umore. Non mancano nei suoi ricordi i vecchi amici di gioventù con i quali aveva diviso le sue esperienze di vita irripetibili e decisive durante l’ultima guerra: l’uccisione di un soldato tedesco, poi sotterrato nel giardino di casa; la fuga per arruolarsi tra i marò della Decima Mas, le lotte partigiane.

Un romanzo, quello che ho appena finito di leggere, da cui emerge l’eterno tema letterario del ritorno alle origini, attraverso un intreccio di vicende sicuramente autobiografiche, che lambiscono i dubbi, le attese, i desideri di una generazione alla vigilia del boom economico.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. E chissà quanti ce ne saranno ancora... (sorrido). La verità è che sei molto giovane....e probabilmente prediligi altre letture. Comunque Arpino non è proprio uno sconosciuto. A parte il Premio Strega vinto con questo romanzo, la Mondadori gli ha dedicato anche un Meridiano. Insomma non è l'ultimo arrivato. E poi non possiamo conoscere tutti gli scrittori: ognuno di noi ha i suoi preferiti. Ciao

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    2. Conosco Arpino, ma solo di nome.
      Sconosciuto nel senso che non l'ho mai letto.
      Ma quante vite mi serviranno per leggere tutto quello che serve?
      Mannaggia...


      P.S. Non sono affatto ggggiovane!

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    3. Accontentiamoci di una sola vita...cercando di leggere i migliori :-).

      P.S. La giovinezza è uno stato mentale. Come la vecchiaia ;-)

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